La centrale unica di committenza (CUC) è un ente aggiudicatore oppure un’amministrazione aggiudicatrice, ossia quella stazione appaltante che, ai sensi del codice dei contratti pubblici, gestisce le gare d’appalto per più pubbliche amministrazioni.
Le attività delle centrali uniche di committenza possono essere divise in attività di centralizzazione delle committenze:
- l’aggiudicare appalti;
- stabilire accordi quadro a cui le stazioni appaltanti qualificate possono ricorrere per le procedure necessarie all’aggiudicazione degli appalti;
- gestire mercati elettronici e sistemi di acquisizione;
- l’acquisto di forniture e servizi destinati alle stazioni appaltanti.
e attività di supporto dette committenze ausiliarie:
- fornitura di infrastrutture tecniche alle stazioni appaltanti;
- consulenza sulle procedure d’appalto;
- preparazione delle procedure d’appalto per conto della stazione appaltante;
- gestione delle procedure d’appalto per conto della stazione appaltante.
La centrale di committenza centrale è la Consip S.p.a. mentre l’elenco completo delle centrali presenti sul territorio italiano è stilato tramite delibera dell’ANAC e viene aggiornato ogni tre anni.
Perché le centrali uniche di committenza?
Lo scopo cui le centrali uniche di committenza si rifanno è quello di centralizzare la gestione delle gare a rilevanza pubblica. Basti pensare che nel 2014 la riforma voluta dal governo Renzi ha portato le stazioni appaltanti in Italia, in grado di gestire appalti con importi rilevanti, da oltre trentamila a trentacinque.
Dopo tali riforme, D.lg. 66/2014 e l. 114/2014, l’obbligo di rivolgersi alla centrale di committenza ricadde su tutti i comuni non capoluogo di provincia e non solo sui comuni con non più di cinquemila abitanti. Per capire meglio gli scopi delle centrali di committenza bisogna specificare cosa siano le stazioni uniche di appalto.
Centrali uniche di committenza e stazioni uniche di appalto
Il tema della differenza tra centrali di committenza e stazioni uniche di appalto (SUA) è stato chiarito dall’ANAC, tra le due figure c’è infatti una continuità di natura e funzioni che può creare confusione. Nello specifico l’obiettivo delle centrali di committenza è la prevenzione del rischio di infiltrazioni mafiose, mentre quello delle SUA è invece più nello specifico il mantenimento dei costi della spesa pubblica. Le SUA quindi si limiterebbero ad occuparsi della gestione delle procedure di gara, senza invece occuparsi di quanto concerne gli acquisti. Questa duplice attività, tuttavia, nel concreto converge in un unico soggetto.
Come funzionano le centrali uniche di committenza?
Possono ricorrere alle centrali uniche di committenza tutti le pubbliche amministrazioni che non soddisfano i requisiti stabiliti dall’articolo 38 del Decreto Legislativo 18/04/2016, n. 50 ogni volta si tratti di:
- appalti per forniture e servizi il cui valore sia superiore a 40.000 euro;
- appalti per lavori il cui valore sia superiore a 150.000 euro.
In questi casi le pubbliche amministrazioni potranno fare richiesta alla centrale di committenza presentando un’istanza con apposita modulistica, tra cui le specifiche dell’appalto, il capitolato e le condizioni di partecipazione. Va ricordato che il Decreto sblocca cantieri del 2019, ha dato la possibilità ai comuni non capoluogo di provincia di scegliere se ricorrere alle stazioni appaltanti oppure agire in autonomia.
Centrali uniche di committenza e soggetti aggregatori
Una figura introdotta con la riforma del 2014 è quella dei soggetti aggregatori, tra cui troviamo la Consip, una centrale di committenza per ogni regione italiana ed altre figure individuate dall’ANAC. L’elenco dei soggetti aggregatori è stilato entro il 31 dicembre ogni anno, insieme alle soglie e tipologie di appalti per beni e servizi per cui le stazioni appaltanti dovranno rivolgersi ai soggetti aggregatori.
Si tratta quindi di centrali di committenza qualificate il cui compito consiste nella gestione delle procedure per appalti di particolare rilievo, fungendo allo stesso tempo da centrale di committenza e stazione unica appaltante.
Centrali uniche di committenza e decreto semplificazioni
La normativa che regola il funzionamento delle centrali uniche di committenza è stata oggetto del cosiddetto decreto semplificazioni, che proroga fino al 30 giugno 2023 una serie di disposizioni, tra cui la sospensione dell’obbligo per i comuni non capoluogo di provincia di avvalersi delle centrali di committenza. Questo però non si applica alle procedure relative ad investimenti pubblici finanziati con risorse PNRR.
I comuni potranno quindi procedere, dove previsto, tramite unione di comuni, province, città metropolitane e comuni capoluogo di provincia, con lo scopo di ridurre, rafforzare e qualificare le stazioni appaltanti.